Ruina per i Plantageneti
Incarnati pallidi, visi tiepidi, pioppi come giunchi di gambe sereni di lagune, fresca verzura, corrompe un poco il passo, scazonte l’andare per mano, prima io, poi tu. Da zero a cento intermittenze chilometriche del cuore, all’ora che muore la notte. Il futuro é adesso e il passato un grammofono che gracchia del tempo rubato Tu […]